Douglas Mortimer, oltre ad essere il celebre “pistolero gentiluomo” creato da Sergio Leone nella sua Trilogia del Dollaro, è anche il nome d’arte con il quale Fabio Bernieri, divulgatore e formatore, porta avanti la sua pacifica battaglia per la conoscenza e la diffusione della cultura del buon vivere in Italia.
Un personaggio d’altri tempi, romantico e sognatore, che crede ancora al primato della gentilezza sulla volgarità, della cavalleria sulla maleducazione e dell’eleganza sulla sciatteria.
Come definirebbe il suo stile?
Per quanto il mio stile sia mutato e maturato nel tempo, sin dall’inizio ha sempre orbitato attorno a quei canoni del vestire, sviluppatisi e consolidatisi attorno agli anni ’30 dello scorso secolo, che oggi costituiscono le fondamenta dell’eleganza classica maschile.
Il mio stile può quindi definirsi classico. Tra le varie declinazioni del vestire classico, amo in particolare le tenute informali, agresti, che uso e prediligo nel privato piuttosto che nel pubblico sui miei canali sociali.
Cosa rappresentano per lei gli accessori e quali sono i suoi preferiti?
Gli accessori sono ciò che rende vivo, vero e vitale il proprio stile. Senza accessori, la propria mise sarebbe un mero involucro, sterile e inerte, privo di qualità e di originalità. Per quanto ardito il paragone, potremmo arrivare a sostenere che gli accessori sono per la propria tenuta, ciò che l’anima è per il proprio corpo.
La qualità, la finezza, l’originalità sono quindi caratteristiche fondamentali degli accessori. Sono ciò che ci distingue, che ci valorizza e che ci rende “unici”. Tra i tanti accessori previsti dall’eleganza classica, il mio preferito resta ovviamente la cravatta che, in tutte le sue infinite declinazioni, è in grado di accompagnare e dare personalità a qualsiasi tenuta, da quella più impostata e formale a quella più disinvolta e informale.
Che nodo di cravatta predilige?
Il nodo della cravatta è qualcosa che non può essere scelto se non in base al collo della camicia che dovrà ospitarlo. Tra cravatta e colletto deve nascere un matrimonio, e la scelta del nodo determinata la riuscita di questo sodalizio.
In linea generale, il nodo che preferisco è il nodo semplice (quello che gli anglosassoni definisco four in hand). Non tanto per la sua semplicità di realizzazione, quanto per la sua sobrietà e soprattutto – può sembrare paradossale – per la sua innata imperfezione. L’eleganza infatti, a mio modo di vedere, per quanto debba tendere alla perfezione, non deve mai raggiungerla. L’eleganza non è perfezione. L’eleganza è impalpabile imperfezione.
Qual è il suo motivo preferito in una cravatta?
In linea di massima, prediligendo la sobrietà, amo motivi semplici e poco vistosi. Preferisco quindi le piccole geometrie, la trama decisa di una tinta unita o il rigore di una regimental. Eppure, nonostante questa mia predilezione al minimalismo, a volte avverto il desiderio di indossare un esuberante paisley che, sicuramente più degli altri, riesce ad esprimere il proprio estro e la propria originalità.
Chi o cosa e’ la fonte principale di ispirazione per il suo stile?
Come in parte ho anticipato rispondendo alla prima domanda, i miei punti di riferimento restano i canoni dell’eleganza classica. A tal proposito, sono state e sono tuttora di grandissima ispirazione le raffigurazioni delle riviste di moda dell’epoca, i cosiddetti “figurini”, illustrati da celebri artisti del calibro di Laurence Fellows o di Joseph Christian Leyendecker. Importanti fonti d’ispirazione sono stati anche i manifesti pubblicitari, che al tempo venivano commissionati ad illustratori di fama internazionali, tra i quali ricordo il triestino Marcello Dudovich e il più recente René Gruau.
Quale consiglio di stile può offrire?
Io credo per poter costruire un proprio stile sia necessario partire da quell’affascinante e articolato mondo di regole tacite che sottendono l’eleganza maschile. Solo conoscendo le regole, si può giocare ad infrangerle con consapevolezza e rispetto.
Qual' è l’elemento al quale un uomo non deve rinunciare per risultare elegante?
Vi sono due elementi al quale un uomo non può rinunciare per essere elegante. Il primo è un elemento intangibile ma imprescindibile: il rispetto per il contesto e per le regole. Solo rispettando il contesto e le regole sottaciute imposte dall’occasione, un uomo può aspirare ad essere elegante. Ma non basta.
C’è un altro elemento alla base dell’eleganza, forse ancor più imprescindibile e intangibile del precedente: la personalità. Più di ogni altro elemento, la personalità è qualcosa che non si può acquistare e non si può leggere sui libri: è sensibilità, è naturalezza, è saper scegliere una cravatta, è spontaneità, è ciò che ci rende unici e che ci difende dall’omologazione.
Lontano dal lavoro, come ama rilassarsi?
Fuori dal lavoro sono molto riservato. Amo stare lontano dalla folla e dalle grandi città. Quando posso vado a passeggiare nei boschi alla ricerca dei miei amati funghi o per i prati di campagna a raccogliere erbe selvatiche. Quando viaggio per diletto prediligo visitare i piccoli borghi di cui il nostro Paese è ricco o, se capito in qualche grande capoluogo, preferisco perdermi nelle viuzze del suo centro storico piuttosto che tra le vetrine della grande distribuzione.